Sono stati 20 milioni di visitatori, il numero non proprio da capogiro, accorsi dall’Italia e dal mondo, per questo Expo durato sei mesi a Milano, città considerata da sempre il cuore economico del nostro paese.
Mai come quest’anno Milano è stata sotto i riflettori, la ragione è stata l’ Esposizione Universale che, dal 1 maggio al 31 ottobre, ha animato tutta la metropoli con appuntamenti, convegni e presentazioni intorno al tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, accelerando così la corsa al cielo di una città votata al moderno.
Se facciamo un passo indietro, per chi non fosse tanto informato in merito, questa esposizione è stata la seconda Universale ad essere ospitata in Italia, dopo quella del 1906, che sempre a Milano fu omaggiata al tema dei trasporti. In quella occasione ci fu la costruzione dell’ Acquario civico, ancora oggi bell’ esempio di architettura liberty della città.
La seconda guerra mondiale fermò quella che si doveva tenere a Roma nel 1942, evento per cui furono realizzati diversi lavori e fu creato l’intero quartiere dell’ Eur. All’ Expo 2015 invece, Milano, per essere un ospite d’eccellenza, ha coniugato qualità e buoni prezzi, con strutture alternative agli ultralusso, servizi ed offerte culturali a prezzi contenuti, regalando solo buone soluzioni, per essere nel posto giusto, al momento giusto. Ma negli stand dell’ Expo, il rapporto qualità prezzo non è stato rispettato. Veniamo al dunque. Il programma dell’Expo, gli incontri e i convegni, oltre agli eventi sul tema del cibo e dello sviluppo sostenibile, ospitati negli spazi più comuni del quartiere dell’ esposizione e nei padiglioni, hanno fatto parlare. I paesi che non hanno avuto un proprio padiglione sono stati riuniti in 9 cluster legati agli alimenti: riso, cereali, tuberi, spezie, cacao e caffè, frutta e legumi . Alcuni spazi sono stati davvero spettacolari come quello del Nepal. Ma l’affluenza non è stata del tutto positiva. Bisogna chiedersi come sono andati gli incassi, e se sono state coperte le spese di gestione, cercando anche di capire se abbiamo come Paese promosso un’ immagine efficiente nel quale vale la pena di investire, contribuendo allo sviluppo del tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, a parole centrato su risorse alimentari e OGM.
Le statistiche mettono in luce però degli aspetti negativi contro ogni aspettativa del Governo, grande finanziatore di un progetto, possiamo dire, non del tutto riuscito. Partendo dalla disorganizzazione, con il risultato di una grande perdita d’ immagine, i ritardi nell’allestimento, padiglioni deserti o con file chilometriche, attese interminabili (anche 8 ore di coda) per accedere agli spazi espositivi e ristorazione a prezzi incomprensibili, hanno innervosito buona parte dei visitatori già provati da distanze interminabili da coprire a piedi.
Persino i video su YouTube testimoniano delle falle evidenti in questa Expo, dove lo sperpero di denaro ha fatto da padrone (alcuni contratti a tempo determinato sono stati prorogati per lo smantellamento degli stand). Che dire… Milano voto 10, Expo 2015 non sufficiente, in un’ Italia ricca di arte, da sempre spremuta come un limone.
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