Over Yonder: raccolta di opere di Marco Strappato in mostra alla The Gallery Apart

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Oggi, 11 dicembre,  presso The Gallery Apart sarà inaugurata la terza personale dedicata a Marco Strappato, l’artista di Porto San Giorgio e londinese d’adozione, che presenta OVER YONDER, una raccolta di opere nate dalla fusione dell’esperienza dei mesi passati al Royal College of Art di Londra con quella del periodo di residenza a Roma da qwatz.

Apertura ore 18:00, Via Francesco Negri 43, Roma.

da comunicato:

The Gallery Apart è lieta di presentare la terza personale dedicata a Marco Strappato (Porto San Giorgio 1982, vive e lavora a Londra). Il lavoro di Strappato ha a che fare con la produzione e distribuzione d’immagini nell’epoca contemporanea, attraverso una pratica multidisciplinare che comprende collage, video, fotografia e installazione. L’interesse specifico per l’immagine di paesaggio – in un’accezione estesa – si inserisce in una più generale ricerca tesa a comprendere l’esperienza estetica dei giorni nostri (iscrivendosi in quella che viene definita consumer culture), affrontando discorsi retorici di autenticità e inautenticità, esotico e familiare, artificiale e naturale. Il versante scultoreo del lavoro di Strappato si fonda su un rapporto utilitaristico con gli oggetti chiamati a far parte delle sue installazioni. Siano essi plinti, travi di cemento, sfere di marmo o monitor, questi oggetti assumono sempre una funzione ancillare rispetto all’obiettivo primario, quello della metabolizzazione dell’immagine e della sua riproposizione secondo inediti nessi di significato. Over Yonder unisce la produzione degli ultimi mesi passati al Royal College of Art di Londra ad un nuovo corpo di lavori, pensati e prodotti durante un periodo di residenza a Roma da qwatz, ispirati all’album del 1985 di Franco Battiato intitolato “Mondi lontanissimi”, il cui tema centrale è il viaggio, sia sulla terra che nello spazio, e dunque l’incontro con altri e nuovi paesaggi “possibili’. In tal senso, la prima fonte di ispirazione, da cui l’artista trae anche lo spunto per il titolo della mostra, è The Wild Blue Yonder, film del 2005 diretto da Werner Herzog che narra una storia tipicamente di fantascienza ma con stile documentaristico e facendo ampio ricorso ad immagini di repertorio a cui viene attribuito un significato nuovo e diverso. Esattamente quello che fa Strappato nei suoi lavori, innescando cortocircuiti tra significante e significato. E’ da questa esigenza di andare oltre la mera riconoscibilità dell’oggetto o dell’immagine che l’artista coglie l’espressione over yonder (laggiù, in italiano), a volte utilizzata in alternativa alla ben più diffusa over there, ma con un’accezione leggermente diversa, riferita a qualcosa di cui viene indicata la posizione ma che è difficile poter vedere e poter raggiungere. Herzog è per Strappato un riferimento fondamentale, tant’è che una citazione del regista tedesco apre lo statement del giovane artista: We are surrounded by worn-out images, and we deserve new ones. Perhaps I seek certain utopian things, space for human honor and respect, landscapes not yet offended, planets that do not exist yet, dreamed landscapes. Very few people seek these images today which correspond to the time we live, pictures that can make you understand yourself, your position today, our status of civilization. I am one of the ones who try to find those images. Strappato è costantemente alla ricerca di immagini da utilizzare come lessico, immagini che declinino il paesaggio in tutte le forme possibili. Il lavoro e il pensiero che sostengono Over Yonder gli hanno aperto nuove frontiere iconografiche, consentendogli un’esplorazione del cosmo secondo una personale mitologia fantascientifica che trova alimento in chi, come Franco Battiato, questo viaggio misterioso, trascendentale e colto, quasi di dantesca ispirazione, ha già condotto seppure in ambito musicale ma con altrettanta capacità di evocare immagini. Ecco dunque il riferimento, ai limiti dell’appropriazione, dell’album Mondi lontanissimi, di cui Strappato condivide l’anelito alla ricerca, il fascino dell’ignoto, del nuovo, dello sconosciuto, dell’estraneo, in una parola il fascino dell’inconnu. Over Yonder è un susseguirsi di riferimenti espliciti e di rimandi intellettuali ad esperienze di visualità legate al viaggio, anche interplanetario, a conferma di una tendenza all’astrazione che ci conduce direttamente a paesaggi mentali o solo sognati. Vedere, oggi più che mai, significa anche vedere attraverso la tecnologia, Strappato lascia in vista cavi, bracci meccanici, dispositivi audio e video che finiscono tutti per diventare parti integranti delle opere. Il riferimento alle superfici di tali dispositivi (smartphones, iPads, TV screens, monitors) ritorna anche quando è finalizzato ad evocare soglie da varcare verso l’infinito o tramonti realizzati digitalmente. E’ così che nascono gli specchi neri (black mirrors), riflettenti come lo sono quei dispositivi quando spenti o in stand by. Di frequente la loro proporzione è di 16:9, standard oramai dominante nella produzione e distribuzione di immagini, e spesso la loro posizione è verticale per sottolineare il passaggio dalla tradizionale visione panoramica orizzontale a quella propria del telefono cellulare o degli infiniti scroll down delle pagine web. La ricerca di Strappato si è andata evolvendo nel senso di annettere sempre più importanza, oltre che al paesaggio come contenuto, anche alla formalizzazione dell’opera, dimostrando grande apertura all’uso dei materiali e forte senso estetico sorretto da non scontati riferimenti alla storia dell’arte. Ecco dunque che alla perfezione algida delle superfici specchianti, delle strumentazioni hi-tech, delle cornici raffinatissime, si unisce il ricorso agli interventi con la vernice spray, la trasformazione di vecchi e logori armadietti da ufficio in corpi evocanti altrettante sculture classiche, nonché la reificazione tridimensionale del concetto astratto di files realizzata utilizzando la Jesmonite.

 
THE GALLERY APART – Via Francesco Negri 43 – 00154 Roma, tel/fax: (+39) 06 68809863 – info@thegalleryapart.it – www.thegalleryapart.it
SCHEDA INFORMATIVA MOSTRA: Marco Strappato – Over Yonder LUOGO: The Gallery Apart – Via Francesco Negri, 43, Roma INAUGURAZIONE: 11/12/2015 DURATA MOSTRA: 12/12/2015 – 13/02/2016 ORARI MOSTRA: dal martedì al sabato 15,00 – 19,00 e su appuntamento INFORMAZIONI: The Gallery Apart – tel/fax 0668809863 – info@thegalleryapart.it – www.thegalleryapart.it

 

MARCO STRAPPATO, Porto San Giorgio (IT), 1982. Vive e lavora a Londra.
STUDI MA Royal College of Art, London (Scultura) (UK) Brera Academy, Milan (Film e Video) (I) Academy of Fine Arts, Florence (Pittura) (I)
MOSTRE PERSONALI 2015 Over Yonder, The Gallery Apart, Roma 2013 Not yet titled, The Gallery Apart, Roma FakeLake, a cura di C. Agnello, Sede Crédit Agricole Corporate & Investment Bank, Milano 2011 La ripetizione, qualora sia possibile, rende felici, (con Marco Bongiorni), The Gallery Apart, Roma 2010 B(b); B(m); B(w), Galleria Placentia Arte, Piacenza 2009 Transmission#2, (con Nark Bkb), a cura di F. Naldi, NT Art Gallery, Bologna
RESIDENZE, WORKSHOPS E PREMI 2014 Workshop con Alberto Garutti, Fondazione Spinola Banna per l’Arte, Banna (To) 2013 Artist in residence @VIR-Viafarini-in-residence, Milano 2012 13° Premio Cairo, Palazzo della Permanente Milano 2011 Spinola Banna Foundation, (Artist/Tutor Leigh Ledare) Poirino 2008 Real Presence, nKA/ICA, Beograd, (SRB) 2006 Fondazione Il Giardino di Daniel Spoerri. Seggiano 2005/06 LA STERPAIA, communication research centre directed by Oliviero Toscani, Parco di San Rossore
PRINCIPALI MOSTRE COLLETTIVE (dal 2010) 2015 Show RCA 2015, Annual Graduate Show, Royal College of Art, Londra this place is really nowhere, a cura di C. Ongaro (Jupiter Woods), Jupiter Woods, Londra Praestigium Contemporary Artists from Italy, Progetto Imago mundi/Collezione Luciano Benetton, a cura di L. Beatrice, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino Mappa dell’arte nuova, Imago Mundi – Luciano Benetton Collection, Fondazione Cini di Venezia (I) Pause Patina, Camden Arts Centre, Londra On Landscape #2, Matèria, Roma RCA Secret 2015, RCA, Dyson Building, Londra Latching Firm (film night), Camden Arts Centre, London 60 disegni per i 10 anni della Fondazione Pastificio Cerere, Fondazione Pastificio Cerere, Roma 2014 Èdra. Connecting Landscapes, a cura di C. Stolfi, Ambasciata del Brasile, Roma Concrete Ghost, a cura di C. Caliandro, American Academy, Roma Work-in-Progress Show, Royal College of Art, Kensington Venues, Londra RCA Secret 2014, Royal College of Art, Battersea, Londra AMALASSUNTA COLLAUDI. Dieci artisti e Licini, a cura di C. Caliandro, Galleria d’Arte Contemporanea “Osvaldo Licini”, Ascoli Piceno 2013 Le lacrime degli eroi, VideoArtVerona, a cura di E. Comuzzi e A. Bruciati, Centro Audiovisivi di Verona|Biblioteca Civica – Sede dell’Archivio Regionale di Videoarte del Veneto The crisis of confidence, Victoria Art Center for Contemporary Cultural Production, Bucarest Open Studio VIR Viafarini-in-residence, VIR Viafarini-in-residence, Milano 2012 13° Premio Cairo, Palazzo della Permanente, Milano VERSUS XVIII, a cura di F. Referza, Velan Center for Contemporary Art, Torino Videorover: Season 4, a cura di R. Steinberg, NURTUREart Gallery, Brooklyn, NY Arrivi e partenze Mediterraneo, a cura di E. Stamboulis, Mole Vanvitelliana, Ancona Mostra annuale 2011, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia Not Afraid of Beauty, DROME project space, Bruxelles neon>archivio aperto, a cura di A. Santomauro e V. Estremo, B.go Loreto SP/CRAC, Cremona 2011 The crisis of confidence, a cura di M.Barbieri e L.Baldini, PlacentiaArte, Piacenza Prague Biennale 5, Praga (CZ) Guarda che luna!, WRO Art Centre, Wrocław, Polonia 2010 Video.it, a cura di F. Bernardelli, M. Gorni, F. Poli, Fondazione Merz, Torino|Careof-DOCVA, Milano Se vuoi che questa storia continui…, a cura di A. Bruciati, Neon>campobase, Bologna Let’s Play, a cura di A. Borgogelli, P. Granata, S. Grandi, F. Naldi, Palazzo Pretorio, Cittadella Videoreport Italia 08/09, a cura di A. Bruciati, Gc.Ac Monfalcone Videoart Yearbook 2010, Chiostro di Santa Cristina Bologna Okay, I have had enough, what else can you show me?, a cura di B. Meneghel, Careof-DOCVA, Milano

 

immagine: foto dal post di The Gallery Apart in Marco Strappato| Over Yonder

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