Non credevo esistessero ancora le lucciole, Miriam. Te le ricordi intorno al fiume, quando da ragazzo ne catturai una per te e la deposi sul palmo della tua mano? Cominciasti a urlare, perché le lucciole alla fine sono brutte, non sono che coleotteri che accendono il loro corpo scuro nella danza del corteggiamento. Mai fidarsi
Monte de’ Cenci
Da questo declivio s’ode il Tevere sussurrare, dolcemente, qui ai piedi del palazzo ove venni al mondo, nel cuore della città sempiterna e nei fasti dei beni di famiglia, ch’io mai conobbi, ma che mossero invidia financo al Pontefice, talché fermo sentenziò la condanna mia. Artisti, poeti e musici ispirai, eppur consolazione mai trovai.
La quattordicesima notte
-cronistoria dell’ultima tappa del Cammino di Santiago- In una porzione d’Universo chiamata Galassia, nella bolla locale del braccio di Gould, nella cintura di Orione, prende forma il pensiero di un essere vivente chiamato umano, un pensiero sferico come il pianeta che lo ospita; questo pensiero, dunque, si attorciglia a mulinelli di altri pensieri di
Quo vadis Lorenzo?
Aria, aria… aria sul viso, aria intorno al corpo. Un moscerino nell’occhio: normale amministrazione, l’altro giorno ne ho ingoiato uno. Etnomofagia la chiamano. Aria fresca che accarezza le tempie, ne voglio di più… accelero le pedalate, dimentico di frenare in discesa… velocità, desidero guadagnare quanta più velocità possibile. Oggi ho voglia di scappare. Sfreccio