Nel caldo rovente di Roma teatro della Festa della Musica 2024, in questo sabato 22 giugno di luna piena qualcosa di magico è accaduto.
Gli storici spazi di Palazzo Braschi e Palazzo Altemps hanno ospitato una manifestazione diretta artisticamente da Paolo Damiani, progettata e finanziata dal Municipio I di Roma e supportata da un contributo della Fondazione Nicola Bulgari, a partire dalle prime ore del pomeriggio fino alla mezzanotte.
Una vera e fantasmagorica maratona, dove importanti musicisti del Jazz si sono esibiti portando sul palcoscenico le loro ultime fatiche, misurandosi ognuno di loro con il proprio talento.
Ma alle ore 22:00 sotto il manto di un cielo stellato, la redazione di Daedalus rimane affascinata di fronte l’incantevole bravura di Francesco Bearzatti e dei suoi musicisti, Gallo e Tamborrino, soffermandosi così dinanzi ad un mix di melodie vestite di jazz ed esperienza di un bagaglio che va oltre il genere, di melodie volate sino alle stelle del cielo di Piazza Navona.
Gli storici spazi di Palazzo Braschi e Palazzo Altemps hanno ospitato una manifestazione diretta artisticamente da Paolo Damiani, progettata e finanziata dal Municipio I di Roma e supportata da un contributo della Fondazione Nicola Bulgari, a partire dalle prime ore del pomeriggio fino alla mezzanotte.
Una vera e fantasmagorica maratona, dove importanti musicisti del Jazz si sono esibiti portando sul palcoscenico le loro ultime fatiche, misurandosi ognuno di loro con il proprio talento.
Ma alle ore 22:00 sotto il manto di un cielo stellato, la redazione di Daedalus rimane affascinata di fronte l’incantevole bravura di Francesco Bearzatti e dei suoi musicisti, Gallo e Tamborrino, soffermandosi così dinanzi ad un mix di melodie vestite di jazz ed esperienza di un bagaglio che va oltre il genere, di melodie volate sino alle stelle del cielo di Piazza Navona.
Bearzatti è lì sul palco per far conoscere il suo album “Post Atomic Zep”.
Per chi non lo sapesse, l’album si presenta come un omaggio del tutto originale all’iconica rock band dei Led Zeppelin, offrendo una versione fresca ed elettrizzante di alcuni dei più grandi successi dello storico gruppo britannico.
“Fico questo Post Atomic Zep, ”, sussurano un gruppo di ragazzi in mezzo alla folla tutta presa a fare video con il proprio smartphone.
In molti sono lì in piedi a cantare e a ballare gioendo per l’unione di melodie riconosciute, intricate, di improvvisazioni audaci di etichetta sicuramente Jazz, sfumature di rock e di musica elettronica.
“Fico questo Post Atomic Zep, ”, sussurano un gruppo di ragazzi in mezzo alla folla tutta presa a fare video con il proprio smartphone.
Un repertorio leggendario e storico, reso unico grazie all’improvvisazione di questi talentuosi musicisti che con la loro visione creativa portano brillantemente a termine il loro spazio.
La magica e rocambolesca serata si conclude tra gli applausi ed un bis a grande richiesta del direttore artistico Damiani, con la piena approvazione della folla.
Una serata Jazz di esplorazioni passate con un ritorno al futuro.
La redazione di Daedalusopera ringrazia tutta l’organizzazione, il cielo di Roma fa altrettanto.
La magica e rocambolesca serata si conclude tra gli applausi ed un bis a grande richiesta del direttore artistico Damiani, con la piena approvazione della folla.
Una serata Jazz di esplorazioni passate con un ritorno al futuro.
La redazione di Daedalusopera ringrazia tutta l’organizzazione, il cielo di Roma fa altrettanto.
Serena Stella Petrone