Il rock parla italiano con La Sindrome di Kessler, un quartetto di origine campana dedito a una sana sperimentazione musicale che coniuga il buon vecchio grunge a venature metalliche, ma senza farsi mancare trovate originali dalla forte caratterizzazione. Attualmente al lavoro al loro secondo album e reduci dal successo del tour estivo, incontriamo i componenti della band:
D: La Sindrome di Kessler è uno scenario paventato dal consulente Nasa Donald J. Kessler, in cui i detriti spaziali in orbita bassa intorno alla Terra, entrando in collisione fra di loro, genererebbero una reazione a catena con incremento esponenziale del volume dei detriti stessi. Un nome impegnativo per una band, partiamo dal nome, come è stato scelto e perché.
Antonio: Il nome è stato suggerito dalla mia compagna (Giusi) che saluto. Ci ha incuriosito molto questa teoria soprattutto perché la maggior parte dei detriti in orbita, sono satelliti dimessi, sonde spaziali etc. Di conseguenza noi esseri umani siamo riusciti a creare immondizia anche sopra le nostre teste. A livello filosofico, per quanto mi riguarda questi detriti spaziali simboleggiano i detriti dell’animo umano che ognuno di noi si porta dentro, che possono essere rimorsi, ricordi, sentimenti, passati o presenti, Che noi cerchiamo di smaltire trasformandoli in musica attraverso le nostre canzoni.
D: La band è composta da quattro elementi. Vogliamo fare la vostra conoscenza:
Siamo un classico quartetto rock: abbiamo Canio Giordano alla chitarra e ai cori, Luca Mucciolo alla batteria, Sancio al basso e ai cori, ed io sono Antonio Buomprisco, chitarra e voce principale.
D: Il vostro è un sound che risente di più contaminazioni. Vicino per certi versi ad alcune band noise rock degli anni Novanta e di non facile classificazione. Quale è stato l’itinerario musicale che vi ha condotto fino alla vostra attuale soluzione stilistica?
Antonio: Personalmente, dico sempre che ho preso la chitarra in mano grazie ai Nirvana, il sound di Kurt Cobain mi ha folgorato. In seguito abbiamo imparato ad arrangiare le canzoni suonando le cover dei Pearl Jam, poi i Beatles hanno fatto il resto. L’ avvento di Canio sopra citato ci ha poi donato quella vena progressive, fino ad arrivare al sound che potete ascoltare nel nostro primo lavoro omonimo.
D: L’album d’esordio “La Sindrome di Kessler” è una raccolta di brani dalle venature grunge e indie rock, molto caratteristico per le scelte operate, dall’intonazione vocale a volte ipnotica a volte strozzata, al sound potente accompagnato da una particolare cura per i testi, a tratti onirici a tratti dionisiaci. Raccontateci quello che è avvenuto dopo il primo album e cosa dobbiamo aspettarci da questo secondo.
Antonio: Il primo album ha avuto una lunga gestazione, ci sono brani che suoniamo da oltre 10 anni. Dopo questo primo disco ci siamo messi subito a lavoro con molto entusiasmo e da circa un anno lavoriamo al nuovo album, ma che per problemi tecnici e di produzione, non siamo riusciti ancora a pubblicare. Rispetto al primo mi viene da dire che sarà un disco molto più diretto e d’impatto a tratti violento, sia nei testi che nella musica.
D: Sul vostro canale Youtube a febbraio è stato rilasciato il singolo “La prossima infezione”. Brano e video analizzano in maniera schietta il rapporto dell’uomo con il suo massimo carnefice, sé stesso. Immagini d’impatto, sonorità grezze e un incipit che recita: “Ed ora che hai scoperto che è tutta una finzione, ammirerai la posa di un’altra recinzione?” forse un invito, o una scappatoia, per non annegare in un mare di nichilismo. Che altro c’è da sapere su “La prossima infezione”?
Canio: La prossima infezione è un brano senza mezzi termini, un urlo per svegliare le coscienze, per scuotere la nostra assopita sete di giustizia. E’ proprio la prima frase che mette l’ascoltatore di fronte a se stesso e alla propria capacità di giudizio, ormai satura e quasi annichilita dal bombardamento costante di informazioni della società moderna. E’ il nostro viagra pas cher grido d’allarme che speriamo venga accolto in modo positivo. Comunicare sta diventando sempre più difficile paradossalmente.
D: Quali sono gli obiettivi della band e la linea che adoperate per ottenerli?
Canio: Personalmente credo che la band abbia bisogno innanzitutto di essere unita per raggiungere qualsiasi obbiettivo. Noi lo siamo ancora, nonostante le difficoltà e il cambio di tre bassisti nella lineup. Con Sancio abbiamo raggiunto un feeling umano e musicale molto profondo e produttivo che speriamo possa dare ottimi frutti nel prossimo futuro. Gli obiettivi al momento sono l’uscita del nostro secondo album e dei videoclip connessi, di una buona promozione e soprattutto di una bella serie di concerti che possano dare alla band la giusta visibilità. Non vogliamo la luna insomma. Cerchiamo soddisfazione dalla musica che produciamo e suonarla per un pubblico che la apprezzi per noi è già il massimo. Se poi il pubblico aumenta, meglio no?
D: Come trovarvi su web:
Et voilà!
Fb: https://www.facebook.com/LaSindromeDiKessler
Youtube: La sindrome di kessler
Soundcloud: la sindrome di Kessler
E-Mail: Lsdkessler@gmail.com
La Sindrome di Kessler è dunque una band italiana che vale davvero la pena di ascoltare e riascoltare, per cogliere quel determinato particolare, quel determinato colore specifico di ogni brano, mentre ogni brano è una storia a sé stante, una perla rock. Auguriamo al gruppo tutto il successo che merita.