La via della pietra e il feminino… sacro? Il 2 e 3 aprile Viola Di Massimo espone le nuove opere

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Una volta entrati nell’atelier di Viola Di Massimo, ci si ritrova in uno stato di forte disorientamento quasi in un luogo labirintico dove lo sguardo fatica a posarsi su di un punto particolare e dove il corpo non sa che direzione prendere. Viola che ci accoglie lo sa bene, e ci dà il tempo, con discrezione, di realizzare meglio dove siamo. Forse dopo la terza volta che si vive quel luogo si riesce a capire la via o le tante via da seguire, ma ci vuole attenzione, concentrazione e prima di tutto, ci si dovrà rendere conto di essere divenuti parte integrante dell’opera visto che il luogo in cui siamo, è un’opera tridimensionale dove l’osservatore si trasforma e diviene fondamentale protagonista di quel tutto.

Ci sono molte vie da seguire: e se si mette bene a fuoco ci si accorge che ognuna conduce ad una via ben precisa chiara e visibile.

Nella la via della grafite, si verrà attratti dal librone rilegato a mano contenente segni a carbone e grafite e poi, in un moto naturale, lo sguardo seguirà la via e si rivolgerà verso il cielo per seguire altri segni appesi su di un soffitto. Se si decide di seguire la via della tela saremo trasportati con lo sguardo da opere realizzate da antichi e nuovi cotoni e da sacchi di juta, e lo studio piano piano diverrà grande ed inizierà ad avere una connotazione sempre più chiara.
Ne la via del gesto, troverete nei video proposti, piccole rappresentazioni di attimi di sostanzasurreale, se ancora invece, seguiremo

la via del legno, ci verrà naturale chiederci se le venature siano state fatte di proposito dall’albero per sorreggere o

accompagnare un’invenzione. Ed in fine, se sceglieremo di prendere la via della pietra, troveremo figure che appaiono su antichi mattoni fatti a mano o pietre di ardesia o marmo, e scopriremo che forse nulla è stato creato “sopra” la materia, ma che dalla materia è apparso qualcosa che probabilmente già esisteva nella sua memoria.

E dopo aver percorso tutte le vie, scopriremo ad un tratto che tutto, ma davvero tutto, ci porterà asentire l’essenza di quel femminino che l’artista negli anni, fra trasformazioni e nuove scoperte, hamaturato.

Siamo stati abituati ad ascoltare la parola femminino accanto alla parola sacro: e la prima domanda che mi viene in mente è… può esserci qualcosa di sacro anche in un femminino… contemporaneo?

Ho chiesto all’artista e mi ha detto con decisione e convinzione di sì, il perché però, forse, me lo dirà il 2 e 3 aprile durante le giornate aperte al pubblico. 

Sabato 2 aprile: dalle 17.00 alle 22.00 visita alle opere.
Domenica 3 aprile: ore 17.00 conferenza su “il femminino sacro” tenuta da Andrea Amato, è preferibile la prenotazione – si prega di arrivare puntuali.
Dalle 18.30 alle 22.00 lo studio sarà aperto al pubblico per la visione delle opere esposte.
Per la vista alle opere: ingresso libero senza prenotazione.


Domenica 3 aprile alle ore 17.00 Andrea Amato ci parlerà del femminino sacro.
F.M.

orari

sabato: 17.00-22.00 (ingresso libero)

domenica: 17.00-18.15 conferenza (ingresso libero, è preferibile la prenotazione) prosegue mostra dalle 18.30 alle 22.00 (ingresso libero)

per info e prenotazioni: info@violadimassimo.com347.6884960

www.violadimassimo.com – galleria studio viola – via r. morandi, 00139 roma

 


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